TURISMO INTERNAZIONALE CONGRESSO FIJET Un motivo in più per visitare la Tunisia di Giuliano Blaskovic

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Un motivo in più per visitare la Tunisia

di Giuliano Blaskovic

Dicembre 2017: arrivo alla stazione Centrale di Milano la mattina e vengo sorpresa dall’ imponente struttura con una bellissima porta tunisina dal tipico color celeste, borchiata come da tradizione. Lì attorno c’è molta animazione perché si stanno esibendo alcune danzatrici del ventre che ballano al suono di musica araba e attirano i curiosi, gli estimatori e i soliti polemici. Tutti si chiedono come sia giunta fin qui, nel grigio e brumoso mattino lombardo, questa ventata di colore mediterraneo.
Presto detto: il governo tunisino ha deciso di promuovere la Tunisia in maniera intensiva e Milano è una vetrina mondiale . L’accordo con il Comune cittadino ha dato il via all’evento “Chez Tunisia. La Tunisia raccontata da chi è di casa” al fine di espandere la conoscenza del Paese e di incentivarne il turismo.
Non posso seguire la manifestazione perché mi trattengo a Milano soltanto un pomeriggio nel quale visito la mostra “Dentro Caravaggio” ma, la sera e per tutto il tragitto che percorro in treno verso casa, non faccio altro che ripensare alla coincidenza di ritrovarmi di fronte a una monumentale porta tunisina proprio con il ricordo ancora vivo dell’ultimo convegno di Cist Fijet tenutosi quest’anno a Tunisi e dintorni, nell’ottobre scorso.
Rifletto sul viaggio da poco conclusosi e mi si figurano davanti agli occhi le lunghe distese di uliveti tra Tunisi ed Hammamet, le bellissime palme che crescono ovunque e danno gioia al solo guardarle, le macchie giallo-arancione dei fichi d’india che fungono da margine continuativo lungo le strade, il cielo sempre terso, la magia delle medine e dei souk.
Rivedo le architetture lasciate dall’Impero romano, impronte di grande ingegno, potenza e fasto; penso al candore delle belle ville sul mare, al celeste intenso di grate, recinzioni ed imposte ma soprattutto alle porte chiodate e a tutti i loro significati.
Le porte delle abitazioni , solitamente a due battenti, sono il biglietto da visita di chi ci abita perché ogni colore e decoro possiede anche una connotazione di carattere religioso: secondo il Corano il verde rappresenta il Paradiso, il giallo ocra è il colore amato da Dio; il celeste (il cosiddetto blu di Sidi Bou Said) ,che oramai appare come il segno cromatico distintivo in molte costruzioni tunisine, è stato introdotto solo all’inizio del ‘900 da un certo barone d’Erlanger, ma secondo le credenze popolari del passato era invece legato alla catastrofe. Le porte che presentano la combinazione di rosso-bianco-verde raccontano la lunga storia delle antiche dinastie tunisine e sembra portino fortuna: ora indicano gli hammam e i luoghi riservati ai santoni. Le decorazioni stilizzate formate da chiodi grandi e piccoli chiamati “hilia”, che significa gioiello, sono simboli sociologici e associati alla storia o alla donna, tenuta molto in considerazione dentro le mura domestiche, protettrice della casa.


Interno del “Café Tiziri 13” nella Medina di Sousse

Vi sono poi le porte delle numerosissime case in costruzione, abitazioni che, nonostante i cumuli di sabbia pronti all’uso al loro esterno, forse non verranno mai ultimate. Ad abbellire la nuda struttura in mattoni e il loro provvisorio tetto in lamiera c’è quasi sempre una bella porta colorata.
Ci sono molti problemi da risolvere in Tunisia, quello del difficile smaltimento dei rifiuti è uno tra essi, tema critico lì come altrove, al quale il governo si sta dedicando, ma io sono colpito dai progetti propositivi come quello del programma “turistico-culturale”.
Il piano di implementazione del turismo si sta attuando parallelamente alla costituzione della “ Cité de la Culture” di Tunisi”, la cui inaugurazione è prevista per il 20 marzo 2018 nella centrale Avenue Mohamed V; il primo ministro Youssef Chahed l’ha così definita: “Un grande monumento, artistico, commerciale e turistico che avrà come missione quella di valorizzare le specificità culturali della Tunisia”.
La struttura primaria della futura “Cité” era già esistente, assieme alla cinta muraria e all’alta torre visibile da tutta la città; per il suo valore iconico già l’ex presidente Ben Ali l’aveva proposta sin dal 2003 come fulcro di un progetto di tal genere, direttiva passata alla progettazione con i governi successivi. La data del 20 Marzo festeggia anche l’indipendenza dal protettorato francese del 1956.
L’ impegnativo progetto mira a fare della capitale un centro per la formazione, la propulsione e la tutela del patrimonio artistico e culturale della Tunisia, puntando a renderla destinazione favorita di artisti e intellettuali, ospitando grandi eventi internazionali e del territorio al fine di promuovere il dialogo tra culture e religioni. Grande spazio verrà dato a festival del cinema, a rassegne teatrali, a festival jazz internazionali, a eventi musicali, alle “Giornate cinematografiche “ e alle “Giornate teatrali” di Cartagine, molto apprezzate in tutto il Maghreb.
Il direttore della nuova “Citadelle”, Mohamed Hedì Jouini, precisa di essere in continuo contatto anche con l’Istituto Italiano di cultura per eventi dedicati all’Opera e al Balletto italiani, ai quali viene dato enorme riconoscimento.
Su quasi 10 ettari di spazio disponibile, di cui più di 8 sono al coperto, si concentreranno un museo di arte contemporanea, laboratori artistici, multisale cinematografiche, tre teatri di cui uno adibito all’opera con 1800 posti, una mediateca, una cineteca e una biblioteca digitale. Gli studi televisivi avranno sede agli ultimi piani della struttura, il 21° e il 22°, godendo di un panorama a 360°. Oltre ad una “Casa degli artisti” ci saranno ampi spazi dedicati al pubblico, all’amministrazione, alle case di produzione e ai servizi di ristorazione e, si suppone, a parcheggi adeguati.
Il direttore della nuova struttura vuole stimolare oltre alla cultura dei giovani anche i giovanissimi, organizzando dei laboratori ricreativi in cui le famiglie potranno lasciare i bambini durante gli spettacoli.
Non sono da sottovalutare le possibilità di occupazione attuali e future che questo piano prevede, ma è per il lavoro indotto che esso produrrà che il governo sta investendo in maniera così massiva. E’ auspicabile che questo ambizioso e dinamico impegno possa essere esteso anche ad altre zone della Tunisia, decentralizzandosi e dando spazio anche a quella cultura sotterranea che, essendo lontana dalla capitale, farebbe fatica ad emergere.
Tutto ciò stimolerà un turismo più consapevole e curioso, pronto a fare ritorno in Tunisia non solo per poter godere delle bellezze naturalistiche del Paese, del suo mare, del suo clima, della sua cultura culinaria, dei prezzi accattivanti ma , al contempo, per apprezzarne le esemplari iniziative come questa che porteranno a un cambiamento sociale.

20 febbraio 2018 Giuliano Blaskovic
Ass. Cist Fijet Italia

 

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