GELA, UN LUOGO PER IL CINEMA
di Giovanni Mattina
Socio CIST Fijet Italia
Gela è una città siciliana di circa 75 mila abitanti appartenente alla provincia di Caltanissetta.
Venne fondata nel 689 a. C. (44 anni dopo Siracusa) da una colonia formata da Rodesi e da Cretesi che, attirati dalla bellezza del luogo vi si accamparono fondandola. Inizialmente era abitata da nuclei di indigeni (i Siculi) venne quindi chiamata “Gela” dal nome del fiume che vi scorreva. In alto il simbolo araldico della città, è formato da un’aquila con ali spiegate collocata su uno sfondo rosso cremisi, sormontata dalla corona ducale e appoggiata sui capitelli di due colonne doriche. Si tratta dell’aquila di Federico II, scelta per simboleggiare l’autorità dell’imperatore svevo che fece ricostruire la città nel 1233 sui ruderi dell’ex colonia dorica, in seguito alla sua distruzione. Gela fu infatti uno dei primi insediamenti greci in Sicilia e per questo nello stemma compaiono le colonne doriche, chiaro riferimento alle sue origini elleniche.
Il fiume Gela dà il nome anche alla pianura circostante e all’ampio Golfo su cui si affaccia la città stessa, chiamata a suo tempo “Terranova di Sicilia” fino al 1927.
Le caratteristiche geografiche del luogo, la ricca storia, le bellezze nascoste della città, la bellezza della sua semplicità e perché no, anche dell’incompiuto che ancora esiste a Gela, sono già state comunque fonte di ispirazione per narratori e registi, che hanno scelto proprio Gela come un Luogo per il Cinema. Si dice infatti che “il cinema attraverso i suoi registi migliori interpreta, traduce la realtà nel “vero” e trasforma per sempre nella memoria collettiva luoghi che probabilmente non si visiteranno mai nella vita, ma che non di meno si sa di aver conosciuto.”(cit. L.C.)
Quando un film viene realizzato in un certo contesto, in un certo luogo, si mischiano ricordi e sensazioni, che restano comunque fissati nella mente. Quanto descritto avviene soprattutto quando le immagini vengono sapientemente accompagnate da una buona storia e magari da emozionanti e suggestive musiche o colonne sonore in sottofondo. Di solito c’è un luogo che rimane impresso nella memoria: la location in cui la scena è stata girata. Si potrebbe benissimo pensare che il territorio gelese sia un posto che potrebbe ospitare molte scene destinate a rimanere nella storia del cinema e nel “cuore” delle persone. D’altro canto occorre anche essere realisti e comprendere che una città come Gela, per poter essere veramente “Un Luogo per il Cinema” dovrebbe rimboccarsi le maniche ed assicurare o meglio, fornire tutti gli aspetti necessari affinché questa aspettativa possa diventare realtà.
Giusto per voler fare un esempio, occorrerebbero competenze specifiche e formazione professionale (tecnici, coadiuvatòri per il reclutamento del casting, gestione delle comparse, ecc.). Gela e i gelesi, dovrebbero fare in modo di mettere in campo una vera e propria promozione del territorio, in modo che i “location manager” della produzione, che nella maggior parte dei casi coincide con la figura del regista e con gli addetti alla produzione, possano scoprire la città con suoi meravigliosi luoghi, gli scorci, le colline, i sentieri, gli scenari industriali attivi e dismessi, che ben si presterebbero alle più disparate tematiche da narrare filmando. A tal proposito Gela offre una grande varietà di luoghi.
Un altro aspetto da non sottovalutare è quello della cultura dell’accoglienza: il popolo gelese dovrebbe fare in modo di manifestare organizzazione, ospitalità e collaborazione nei confronti della troupe, le esperienze fino ad oggi sono comunque state positive. Inoltre sarebbe opportuno che Gela ampliasse le strutture in maniera adeguata. Servirebbero esperti in grado di dare consigli legati al territorio e anche per ben supportare logisticamente i professionisti del cinema, ad esempio accompagnandoli nei luoghi più impervi e sconosciuti ma carichi di rara bellezza. La consulenza potrebbe e dovrebbe essere legata a tematiche specificamente cinematografiche, quindi non parliamo di esperti “qualsiasi” del territorio, ma esperti in cinema e profondi conoscitori dei luoghi presenti nell’hinterland del golfo gelese, così come delle tradizioni locali, usi e costumi.
Occorrerebbe anche poter fornire il supporto per ottenere i permessi necessari al fine di poter filmare in certi luoghi ben precisi, mettendo in contatto i responsabili del film con l’amministrazione locale e/o la Regione Siciliana. Un’organizzazione di questo tipo potrebbe essere molto utile e importante, sperando anche nella classe politica locale inerente allo sviluppo e al turismo che possa fare la sua parte.
Si citano alcuni esempi di film realizzati in passato nel territorio gelese:
“Cuncittina 130 chila”, girato nel 2005, un film di varia umanità, realizzato in economia e senza grosse pretese, ha avuto tanto successo soprattutto per aver fatto divertire quanti lo hanno visto, anche se inizialmente in maniera clandestina. Il film è stato scritto e diretto da Rocco Bonelli e da Maria Greco nella parte di “Cuncittina”. Fotografia e regia a cura di Toti Club e Rocco Bonelli. In realtà, protagonista del film è stata la città di Gela con i suoi abitanti, le sue feste, le sue tradizioni, il suo mare assolato, il suo cielo limpido, le sue bellezze naturali, le sue debolezze e miserie. E’ presente una favola di ordinaria miseria, un matrimonio di un uomo “scansafatiche” con una donna benestante e poco gradevole perché aveva il difetto di pesare 130 chili ma che, alla fine, si conclude a lieto fine: Cuncittina, dopo tanti sacrifici, rinunce e tanta ginnastica perde una cinquantina di chili e ritorna la compagna straordinaria che il grottesco protagonista sognava.
Scena tratta dal film “Cuncittina 130 chila”
“Nick e Jack e l’Isola di Bunko”, girato nel 2012 lo stesso regista Rocco Bonelli recita il personaggio di Nick, l’attore Angelo Russo, meglio noto come l’agente Catarella nella fiction “Il Commissario Montalbano”, recita invece il personaggio di Jack. Nick e Jack approdano ne “L’isola di Bunko”.
Il film drammatico-comico narra due diverse storie intrecciate ed è stato interamente girato in Sicilia, tra cui molte scene proprio a Gela.
Rocco Bonelli e Angelo Russo.
“Vento di Sicilia” girato nel 2012, diretto da Carlo Fusco presenta un cast d’eccezione. Ambientato in Sicilia, diverse scene vennero girate sia a Gela che nei luoghi limitrofi (Favara, Agrigento, Provincia di Catania, ecc). ”Davide Spicuzza, un uomo cieco sulla cinquantina, è combattuto tra il desiderio di condurre una vita normale e la realtà che lo lega al mondo della mafia. Per chiudere definitivamente i ponti con la criminalità organizzata, parte da Roma per rientrare in Sicilia ma durante il viaggio in treno incontra padre Leonard, un parroco sudafricano, con il quale scopre di avere molto in comune, il prelato prima di prendere i voti è stato un gangster di San Francisco…
“Una storia sbagliata” girato nel 2015, ambientato a Gela e in Iraq avente come protagonisti due attori siciliani. Dal titolo tratto da alcuni versi della canzone di Fabrizio De André si inquadra la vicenda. Si tratta di una storia d’amore tra i due che devono convivere con la scelta di lui di partire, per poi morire in una missione di pace in Iraq. E Iraq non é poi diversa dalla Gela in cui vive la protagonista Stefania. Gela è la città dove i due si sono conosciuti e innamorati, lei lavora in ospedale ed è impegnata con l’associazione che assiste le famiglie dei bambini che nascono con malformazioni alcuni (si dice) a causa del petrolchimico. lui è un soldato distaccato in Iraq. Una storia sensibile e di forte impatto emotivo quella del regista Tavarelli la cui forza dirompente sono i montaggi ben incastrati tra passato e presente.
“I Santo” girato nel 2018, scritto diretto e interpretato dallo stesso Rocco Bonelli che recita la parte del boss. Presenti anche diversi attori e comparse gelesi. Il film narra una storia inventata che affronta tematiche attuali: mafia, disoccupazione, prostituzione, maltrattamenti sulle donne e tanto altro. “I Santo” racconta dei problemi che colpiscono più i giovani, narra dei ragazzi e delle loro scelte sbagliate che, per colpa della crisi, intraprendono delle brutte strade trovandosi all’interno di certi ambienti malavitosi senza rendersene conto. Non poteva non scegliere la sua città il regista, che proprio a Gela ha girato circa l’80% delle scene: dalla Torre di Manfria, al lungomare compreso le strade tipiche.
Sarebbe interessante sapere per esempio cosa è successo a Gubbio, dopo il passaggio delle innumerevoli serie del “Don Matteo”; come sono cambiati i valori immobiliari, quali zone della città hanno maggiormente cambiato il loro carattere, la qualità edilizia, l’identità degli abitanti. Lo stesso si potrebbe dire della Sicilia di Camilleri nei Luoghi di Montalbano, riferendoci a Ragusa Ibla, Punta Secca, Scicli, Agrigento, ecc. In ogni caso eventi che hanno portato ai luoghi una certa notorietà nonché curiosità da parte di turisti anche locali.
E’ pertanto evidente che le esperienze cinematografiche citate hanno comunque dato una certa notorietà al territorio gelese. A mio modesto avviso è non è difficile voler catalizzare l’attenzione dello spettatore con soliti temi tipici del mezzogiorno, dove le bellezze del luogo sia quelle naturali che quelle storico-architettoniche vengono quasi banalmente “utilizzate” per dare un contorno di bellezza ai temi trattati. La città di Gela potrebbe ancora dare tanto per il cinema, ed essere ricordata con piacere grazie alla eventuale realizzazione di cortometraggi e/o lungometraggi narranti emozionanti e storie di vita il cui messaggio finale arricchisca di positività l’animo dello spettatore.
Si potrebbe narrare non so, una storia d’amore tra un ragazzo e una ragazza che si incontrano (anche casualmente) sul lungomare per fare jogging, magari con la splendida cornice di un rosso tramonto, oppure la storia, la vita di un artigiano del luogo o perché no, la storia di un onesto operaio che con il sudore e la fatica mette su famiglia con non poche difficoltà, ed il tutto si svolge poi con un lieto fine in un panorama mozzafiato.
Prezioso ingrediente per queste narrazioni potrebbero essere le risorse naturali del luogo, come ad esempio il lungomare così ampio e luminoso, il quartiere residenziale di Macchitella così ordinato e circondato dal verde, voluto dal gruppo ENI negli anni 60 per dare un alloggio ed una struttura a tutti coloro che dovevano venire in città per lavorare nello stabilimento petrolchimico voluto da Enrico Mattei.
Lungomare di Gela: il lido “La Conchiglia” negli anni 60.
Il lido dismesso “La Conchiglia” oggi . (Foto Giovanni Mattina)
A proposito di scenari mozzafiato ed incontaminati presenti nel territorio gelese, una delle zone di maggiore interesse naturalistico è la Riserva Naturale del Lago Biviere di Gela, gestita dalla LIPU. Numerosi sono gli amanti della natura che si recano in questa importante riserva per l’attività di birdwatching. Altre zone d’interesse sono: gli acquitrini di Piana del Signore, Poggio Arena e le colline che orlano la Piana di Gela.
Il lago Biviere di Gela situato tra dune ricoperte di macchia mediterranea, con il suo micro-clima eccezionale della fascia costiera, consente a milioni di volatili che si spostano nelle migrazioni tra il continente africano e quello europeo di trovare, durante il loro lungo viaggio, dei luoghi in cui possano riposarsi trovando al contempo cibo e acqua a sufficienza. Previe opportune autorizzazioni, questi scenari potrebbero essere utilizzati per la realizzazione sia di cortometraggi che di lungometraggi ambientati nella natura, magari narranti la stessa storia del luogo oppure anche altro.
La Riserva Naturale orientata del Lago Biviere a Gela
Scorcio della scogliera tra le spiagge di Gela e Licata. (Foto Giovanni Mattina)
Il Parco di Montelungo per esempio, situato ad ovest della città, storica meta di coppiette in cerca di intimità, offre un panorama mozzafiato costituito da una vista mare incontaminata e selvaggia, cosi come le macchie mediterranee presenti nello strapiombo:
Gela, Parco di Montelungo: vista sul mare e cascina con antico gioco a scivolo per bambini.
(Foto Giovanni Mattina)
Concludendo, si spera che il territorio gelese venga visto da autori e registi con la giusta chiave di lettura, poiché in questo ambito, Gela e i gelesi avrebbero ancora tanto da poter offrire e da poter ancora donare con piacere.
N.d.r. A cura redazione VIPJETBONELLI Primi Contatti operativi
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