SOCIETA’ e COSTUMI  L’Italia dei monaci irlandesi: Bobbio e S. Colombano

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L’Italia dei monaci irlandesi: Bobbio e S. Colombano

di Enzo Farinella

Riscoprire, durante questi mesi di pandemia, quanto uomini illustri hanno fatto per l’Italia potrebbe essere un primo passo verso quel rinnovamento atteso da tutti.

  1. Colombanoa Bobbio e Milano, S. Cataldoa Taranto, S. Frediano a Lucca, Sant’Orso ad Aosta, S. Donato a Fiesole e Firenze sono stati veri protagonisti di una nuova cultura, una cultura che ha gettato le basi dell’Europa, così come la conosciamo oggi.

Bobbio, in Provincia di Piacenza, divenne con Colombano non solo la capitale della cultura monastica ma anche il fulcro di attività scientifiche ed artistiche, religiose e filosofiche, sociali ed economiche, dal VII al XIX secolo.

In macchina o in motocicletta – il Santo irlandese è il Protettore dei motociclisti – o in bici affioriranno importanti momenti di storia e cultura nel verde territtorio collinare di Bobbio.

Colombano vi giunse da Bregenz sul Lago di Costanza, passando dal castello di Domofole, tra Traona, dove esiste ancora una piccola Chiesa a lui dedicata, e Mello, la residenza estiva della Regina Teodolinda. Egli, ammirando dal Passo di San Colombano – il picco più alto, 2.484 m della Provincia di Sondrio – la splendida vallata sotto, se ne innamorò. Un’altra chiesetta sulla cima, ce lo ricorda. Inoltre, San Colombano al Lambro

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vuole che il Santo irlandese sia passato da lì prima di raggiungere la capitale lombarda. Francesco Redi non ha dubbi, scrivendo: “Bel colle / cui bacia il Lambro il  piede / ed a cui Colombano il nome diede”.

Queste e altre località vengono presentate in tutto il loro splendore turistico nella Via Columbani, che traccia i 7,700 km seguiti dal monaco irlandese dalla sua patria fino a Bobbio, come ha dichiarato il Presidente di questa organizzazione, J. Prudhon.

Colombano passò due anni da pellegrino a Milano, Pavia e Piacenza, predicando contro l’eresia ariana, che negava la divinità di Cristo, e ricomponendo una frattura che minacciava la separazione della Chiesa lombarda dalla Comunione con Roma.

Nella primavera del 613, desideroso di ritirarsi in solitudine, ottenne la concessione del territorio di Bobbio, offertogli dal Re Agilulfo da lui convertito. Vi giunse nell’autunno del 614 e vi costruì il suo ultimo monastero. divenuto la roccaforte dell’ortodossia del Nord Italia, con l’aiuto generoso della Regina Teodolinda,

 

Bobbio è bagnata dal fiume Trebbia. Non potendo Colombano portare la fede cristiana all’altra sponda del fiume, causa la furia delle acque, venne a patto con il diavolo, che gli costruì il Ponte Gobbo. Come si sa il diavolo non riesce mai a fare qualcosa di buono.

Ammirando lo scorrere delle acque sotto il Ponte del diavolo, la mente corre alla Battaglia sul Trebbia del 218 A.C., quando Annibale sconfisse i romani nella sua marcia verso Roma. Siamo alla Seconda Guerra Punica e al secondo scontro al di qua delle Alpi con le legioni romane del Console Tiberio Sempronio Longo.

Gli elefanti ne sono stati i protagonisti, scompigliando il campo romano, ma pioggia mista a neve e gelo fecero molte vittime anche tra i Cartaginesi. Quasi tutti gli elefanti perirono. Recentemente a Canneto, distante circa 30 km circa da Bobbio, sul ponte che attraversa il fiume Trebbia, è stata posta una statua dell’unico elefante superstite e di due soldati in memoria di questo evento.

A Colombano, nato in Irlanda verso il 540 e morto proprio a Bobbio il 23 novembre del 615, va il merito di aver innalzato con le sue istituzioni, i suoi monasteri e i suoi scriptoria,  il baluardo piú solido a difesa della fede in Italia ed Europa. Egli divenne uno dei padri dell’Europa con la sua fede, il suo amore per Dio e per gli altri: Egli ci mostra ancora oggi dove sono le radici dalle quali questa nostra Europa può rinascere di nuovo, dichiarò Papa Benedetto XVI, l’11 luglio 2008. Lo storico friulano, Fra Anselmo M. Tommasini, lo descrisse come Santo irlandese gigantesco e Robert Schuman non esitò a definirlo: il santo patrono di coloro che cercano di costruire un’Europa unita.

Nell’Italia del Nord egli fu un grande diplomatico presso la Corte Longobarda di Agilulfo e Teodolinda e fondò a Bobbio il cenobio e lo scriptorium più famosi del tempo. Petrarca all’inizio del Rinascimento e il Muratori dell’Illuminismo nell’Archivio Capitolare di Bobbio troveranno opere importanti tra cui 150 manoscritti latini anteriori al VII secolo che hanno portato alla luce il De Re Publica di Cicerone, opere di Virgilio e Frontone, il Codice biblico K…La maggior parte  di questi codici si trova nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, dove esiste l’Antifonario di Bangor, in quella Regia di Torino, a Napoli e a Vienna.

Cinquanta le chiese italiane dedicate a lui. Tra queste c’è la Chiesa di San Colombano a Settimo, vicino all’Arno, all’ingresso ovest di Firenze (Comune di Scandicci). Inoltre le cittadine di S. Colombano (Lucca), S. Colombano al Lambro (Milano), S. Colombano Belmonte (Torino), S. Colombano Certenoli (Genova) e S. Colombano di Mellola (Forlì) sono esempio eloquente della devozione degli italiani verso questo Santo. 

A Bologna nel polo culturale Genus Bononiae si trova l’antichissimo oratorio di S. Colombano, ricco d’opere d’arte e sede della collezione di strumenti musicali “Tagliavini”. Il vicino Castelmaggiore ci si augura possa presto gemellarsi con Blessington, alle porte di Dublino.  

Nella Cattedrale normanna di Monreale in Sicilia si può ammirare un bel mosaico del Santo all’ingresso in alto della Cappella di S. Paolo.

Un’ulma curiosità: La cittadina di Santa Maria della Versa (Pavia), nota in Italia e all’estero per il suo vino frizzante, è certa che i suoi viticultori hanno appreso l’arte del frizzantino dai monaci di S. Colombano in Bobbio, oltre 1,400 anni fà.

Un calice di stelle può illuminare nuove scoperte.

In copertina Bobbio

 

Enzo.farinella@gmail.com – www.enzofarinella.com

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