
La recensione scritta dal Festival di Venezia di Chiara Ferragni Unposted, il film documentario “embedded” di Elisa Amoruso sul fenomeno mondiale di Chiara Ferragni (e di Fedez), influencer da milioni di follower e di fatturati, coglieva e si basava su un punto fondamentale. Fondamentale allora e ancora di più oggi:
E, per proseguire con le citazioni, bisogna ricordare che, piaccia o meno, Chiara Ferragni è una protagonista dei nostri tempi, una loro declinazione di straordinario successo e impatto mediatico e sociale.
Da allora molte cose sono cambiate, tante altre sono rimaste le stesse. Soprattutto, sono rimasti gli stessi i pregiudizi (positivi e negativi) sui Ferragnez, l’odio arcigno di intellettuali incattiviti pronti a criticare sui social ogni mossa della coppia, le folle plaudenti a ogni post familiare e non.
Ci sono anche delle novità, che sono state rappresentate dai bei gesti compiuti dai Ferragnez durante il lockdown, con le donazioni e le campagne di raccolta fondi a favore delle strutture ospedaliere destinate alla cura del Covid; le polemiche seguenti col Codacons; i post conto il Fascismo tra Fedez e Giorgia Meloni.
I Ferragnez, insomma, che rimangono loro stessi, hanno iniziato a declinare la loro esistenza online aprendosi di più al mondo che li circonda, e riflettendolo, oltre che a raccontare e riflettere loro stessi.
Da allora, dai tempi di quel film, che ai tempi dei social sono ere geologiche fa, Chiara Ferragni ha proseguito a fare quel che aveva fatto con quel documentario, ovvero diventare “la prosecuzione di quel racconto di sé (o meglio, della propria immagine) con altri mezzi.”
Social, certo, ma anche sociali.
È ancora vero, come diceva Francesco Vezzoli in Chiara Ferragni Unposted, che “Chiara Ferragni non è un contenuto, ma è il mezzo di sé stessa.”
E quel mezzo, oggi, lo sta facendo agire per mostrare parti di sé che prima non aveva ancora voluto rivelare. Muta l’angolazione dello sguardo, ma l’efficacia è sempre la stessa.
Quella basata su un controllo di sé e della propria immagine totale e maniacale. E per questo, piaccia o non piaccia, d’implacabile efficacia.