Quale sarà la Capitale italiana della cultura 2022? A chi passerà il testimone Parma (nella foto), che, causa pandemia, terrà  in mano il titolo un anno in più del previsto? La corsa è vicina al traguardo: oggi e domani si tengono le audizioni delle 10 città finaliste e lunedì dovrebbe arrivare la decisione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (crisi di governo permettendo…).

Proprio in queste ore le città finaliste (tra le 28 che in origine si erano candidate) si stanno giocando le ultime carte, presentando i loro dossier via streaming (audizioni visibili in diretta sul canale YouTube del Mibact).

In un’ora di tempo, devono illustrare i progetti culturali, gli investimenti di riqualificazione urbana e gli interventi sul tessuto sociale che contano di portare a termine per il 2022. Cosa c’è in palio? Un milione di euro per realizzare quanto sognato e una buona occasione per stare – per un anno intero – sotto   i riflettori del turismo nazionale e non solo. Ma quali sono le 10 città finaliste (5 del Sud, 3 del Centro e 2 del Nord) e su quali progetti puntano nei loro dossier di candidatura?

Le 10 città finaliste per la Capitale italiana della cultura 2022

Ancona – La cultura tra l’Altro
Bari – Bari 2022 Capitale italiana della cultura
Cerveteri (Roma) – Alle origini del futuro
L’Aquila – La cultura lascia il segno
Pieve di Soligo (Treviso) – Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana
Procida (Napoli) – La cultura non Isola
Taranto e Grecia Salentina – La cultura cambia il clima
Trapani – Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione
Verbania – La cultura riflette
Volterra (Pisa) – Rigenerazione umana

Capitale italiana della cultura 2022: scommesse sulla vincitrice e alleanze

“In tutte le sue edizioni la Capitale della cultura (info: beniculturali.it) ha innescato meccanismi virtuosi tra le realtà economiche e sociali dei territori. Non è un concorso di bellezza, viene premiata la città che riesce a sviluppare il progetto culturale più coinvolgente, più aperto, innovativo e trasversale”. Ecco i criteri che portano alla scelta, nelle parole stesse del ministro Dario Franceschini.

E già si scatenano pronostici e scommesse. C’è chi punta su L’Aquila e Taranto, città simbolo di rinascita, che vedono nella cultura una spinta per uscire – rispettivamente – dal trauma del terremoto e da una travagliata riconversione post-industriale.

E chi, invece, scommette su Bari, Trapani o Ancona, che nei loro dossier riflettono sull’apertura all’Altro, guardando alle sponde del Mare Nostrum. E oggi il dialogo interculturale, l’immigrazione e l’integrazione sono temi più che mai attuali.

Ci sono poi città che hanno stretto alleanze, come Bari e Taranto (la Puglia è l’unica regione che ha due candidate nella rosa delle 10 finaliste) o Ancona e Fano (che figurava tra le 28 candidature originarie ma che non ha passato il primo turno).

E ci sono città che, comunque vada, un titolo l’hanno già portato a casa: L’Aquila sarà Città europea dello Sport 2022 mentre Taranto è già stata scelta per ospitare i XX Giochi del Mediterraneo nel 2026. Saranno questi elementi a favore o meno nella valutazione della giuria del Mibact?