Con la ripresa dei viaggi dopo la pandemia da Covid-19, la Francia strizza l’occhio agli appassionati di cultura e romanticismo. I suoi musei, i boulevards e le istituzioni mondiali che ospita esercitano sempre un grande fascino.

Ma cosa hanno in comune l’UNESCO, Jean Monnet e i monaci medievali irlandesi?
Forse avrete noleggiato un taxi o un Fiacr per visitare le bellezze di Parigi o di Vienna, Salzburg o Kairo. Un Fiacr – “un Fiacre” – è la carrozza, trainata da un cavallo. Secondo tradizione, è stata così chiamata, perchè quando è comparsa a Parigi, il parcheggio principale si trovava nell’atrio dell’Hotel Saint Fiacre, sulla Rue o Via S. Martin. Non molti sanno però che “Fiacr” deriva dal nome di un monaco irlandese del VII secolo, S. Fiacre, famoso come “guaritore” o medico specialista con notevole conoscenza di erbe mediche. Si pensi che tra i suoi pazienti, secoli dopo la sua morte, ci fu anche il Card. Richelieu.
Questo Santo potè anche vantarsi di aver aperto il primo B&B quando costruì un priorato con una casa per ospiti nella cittadina di Breuil (ora S. Fiacre), 50 km circa ad Est di Parigi. Ancora oggi S. Fiacre è il Santo Patrono dei giardinieri e dei tassisti!
Come Fiacre, Colombano, alla fine del VI secolo fu senza dubbio uno dei piu grandi europeisti del suo tempo. Papa Pio XI, nel 1923, lo definì “uomo eccezionale che la Divina Provvidenza fa nascere in momenti difficili della storia umana per ribaltare cause quasi perdute”.
Robert Schuman, tra i fondatori dell’Unione Europea isieme a De Gasperi ed Adenauer, vide in Colombano “il Santo Patrono di quanti cercano di costruire un’Europa unita”, anzi “il Padre dell’Europa moderna”. Egli fondò tre monasteri in Francia, a Luxeuil, Annegray e Ad-Fontanas. Luxeuil divenne il centro culturale più importante del medio evo. Ventuno monaci che vi hanno lavorato, sono stati additati dalla Chiesa per la pubblica venerazione dopo la loro morte. Altri 63 si sono distinti in Francia, Germania, Svizzera e Italia. Oltre 30 monasteri sono stati fondati da monaci formati a Luxeuil.
Lo sviluppo culturale e religioso della Francia è collegato alla presenza di monaci e pellegrini irlandesi nel suo terriotio.
Essi hanno promosso dal VI al XIV secolo il rispetto per la persona umana e la sua suprema dignità, la giustizia, eguaglianza e solidarietà tra tutti gli esseri umani, inclusi i tanti disperati che si affidano a barconi che tragicamente affonderanno, a volte, nelle profondità del mare.
Simili ideali sono stati abbracciati ai nostri giorni dall’UNESCO, quasi al centro di Parigi, che un Fiacr vi farà raggiungere comodamente. Il compito di questa istituzione internazionale è quello di “promuovere lo sviluppo culturale ed etnico insieme alla cooperazione internazionale”, “creare progetti storici regionali e culturali”, “equilibrare il divario tra ricchi e poveri” e contribuire così alla “costruzione della pace”, a “uno sviluppo sostenibile”, al “dialogo interculturale”, alla “collaborazione internazionale nel settore dell’educazione, delle scienze e della cultura per migliorare il rispetto universale a favore della giustizia e dei diritti umani”.
La benemerita missione dell’UNESCO ha ottenuto tanti successi internazionali e lavora ancora per una più solidale cooperazione mondiale. Da esso è sorta la creazione di un’Europa Unita, prima come Comunità Europea del carbone e dell’acciaio poi come l’Unione Europea con la cosiddetta Dichiarazione Schuman – lo statista che ammirò tanto il lavoro dei monaci irlandesi.
Prima di loro il politico francese Jean Monnet ha avuto una tale visione. Dalla sua casa nella campagna francese a Bazoches-sur-Guyonne, circa 45 chilometri a ovest di Parigi, Monnet intuì subito dopo la Seconda Guerra Mondiale che “non ci sarebbe mai stata pace in Europa se gli stati si fossero ricostituiti su una base di sovranità nazionale. Egli si battè per la formazione di una “federazione o entità europea che ne facesse una comune unità economica».
In questa visione unitaria troviamo i valori che i grandi pionieri irlandesi avevano promosso 1,400 anni prima, diffondendo quel che potremmo chiamare un messaggio cristiano-civilizzattore-europeo. Questo avvenne all’indomani del crollo dell’Impero Romano e tale messaggio, che voleva migliorare la condizione umana medievale, è valido per l’Europa di oggi.
La promozione della cultura, in particolare, si presenta sempre più come un pilastro fondamentale della nostra società per creare un mondo più giusto e più solidale.
L’Irlanda può vantarsi di aver portato cultura e valori a Francia, Italia, Austria, Germania, Inghilterra, Svizzera, Paesi Bassi e altre nazioni, dopo la caduta dell’Impero Romano. Attraverso i suoi centri monastici e le sue scuole che hanno dato origine a molte cittadelle universitarie europee, incluse la Sorbona di Pargi, l’Università di Oxford e gli Atenei di Pavia, Praga, Vienna, Salisburgo: tramite i suoi scriptoria che hanno tramandato la memoria di autori latini e greci, questa piccola nazione ha avuto un ruolo importante nel reintrodurre la cultura classica in Europa.
Ancora oggi città come Parigi, Strasburgo, Rheims, Amiens, Annegray, e Fontaines – fari per molti secoli in Europa -, le montagne dei Cygnes, Mont Blandin in Ghent, Mont Eliph, e i fiumi Reno, Authie, Meuse, Oise, Sambre sono associati a intrepidi monaci irlandesi di 1,400 anni fa.
“Siamo tutti figli dei monaci irlandesi”, Claude Keiflin scrisse nel suo blog del 16 maggio 2013.
Un futuro migliore lo troveremo nello studio del passato, come richiede la “Giornata dell’Europa” del 9 maggio.
Enzo Farinella – Culture and Politics – Yesterday and Today – Irish Monks at the Roots of the European and French History – Culture et politique – Hier et Aujourd’hui – Les Moines Irlandais aux Racines de l’Histoire Européenne et Française offre molto di più.
Luxeuil Abbey), the Abbaye Saint-Pierre et Sain-Paul, was one of the oldest and best-known monasteries in Burgundy, located in what is now the département of Haute-Saône in Franche-Comté, France.
It was founded circa 585–590 by the Irish missionary Saint Columbanus. Columbanus and his companions first settled in cells at Annegray, in the commune of Voivre, Haute-Saône. Looking for a more permanent site for his community, Columbanus decided upon the ruins of a well-fortified Gallo-Roman settlement, Luxovium, about eight miles away. The Roman town had been ravaged by Attila in 451, and was now buried in the dense overgrown woodland that had filled the abandoned site over more than a century, but the place still had the advantage of the thermal baths (“constructed with unusual skill”, according to Columbanus’ early biographer, Jonas of Bobbio) down in the valley, which still give the town its name of Luxeuil-les-Bains. Jonas described it further: “There stone images crowded the nearby woods, which were honoured in the miserable cult and profane former rites in the time of the pagans”.[1]
With a grant from an officer of the palace at Childebert‘s court, an abbey church was built with a sense of triumph within the heathen site and its “spectral haunts”.[2]
Under the intellectual and spiritual stimulation of the Irish monks, the abbey at Luxeuil, dedicated to Saint Peter, soon became the most important and flourishing monastery in Gaul. The community was so large that choir followed choir in the chanting of the office, and at Luxeuil the laus perennis imported from Agaunum went on day and night.
Most of the earliest rule that was observed at Luxeuil derived from Celtic monastic traditions, whether or not written down by Columbanus, supplemented increasingly by the more formalized Benedictine Rule that was followed throughout the West, which provided for the abbot’s orderly election, his relations with his monks, and the appointment of monastic officials and their delegated powers. In 603, a synod accused Columbanus of keeping Easter by the Celtic date, but his severity and the inflexible rule he had established may have been the true cause of friction with the Burgundian court.
Columbanus was exiled from Luxeuil by Theuderic II of Austrasia and the dowager Queen Brunehaut. He was succeeded as abbot by Saint Eustace of Luxeuil, the head of the monastic school, which under Eustace and his successor Saint Waldebert, established a high reputation. The school and example of Luxeuil contributed significantly to the conversion of the Burgundians.
About 732, a raiding party of Moors , briefly took possession of Luxeuil and massacred most of the community. The few survivors rebuilt the abbey, but both the monastery and the small town that clustered around its walls were devastated by the Vikings in about 825. In 917, it was sacked by the Hungarians.[4]
At the French Revolution the monks were dispersed. Most of the abbey’s site is built over by the modern town, but the fine Gothic church, built in the 14th century, was not destroyed; neither were the cloisters and conventual buildings, which until the “Association Laws” of 1901 were used as a seminary for the diocese of Besançon, and still remain in existence. The church itself has for many years served as the parish church of Luxeuil-les-Bains.
L’association des Amis de saint Colomban œuvre depuis1948, dans le cadre du bénévolat, à la sauvegarde et la valorisation du patrimoine colombanien. Elle a en charge l’entretien, l’embellissement et la promotion des sites colombaniens : la butte d’Annegray et la grotte de saint Colomban à Sainte-Marie-en-Chanois (sites dont elle est propriétaire) et l’ermitage de saint Valbert (propriété du diocèse de Besançon).
Son action culturelle est valorisée, chaque année à Luxeuil, avec les Tables rondes européennes du patrimoine colombanien, mais aussi par sa participation à diverses activités, en France et en Europe, liées au monachisme luxovien et à l’œuvre de saint Colomban.
L’association veille aussi à préserver et faire connaître l’héritage spirituel et historique de saint Colomban et de ses successeurs.