69 visite totali
Del Prof Enzo Farinella www.enzofarinella.com
Verso Iona, passando da Loch Ness

Sean Connery e la St. Cuthbert Coop
Quando in un futuro più prospero/, mi troverò in mezzo a una folla delirante/ con musica e danze intorno a me/ e il desiderio di rifugiarmi nel più remoto dei posti isolati/, penserò ad Iona: Jakob Ludwig Felix Mendelssohn Bartholdy lo scrisse mentre componeva l’overture di “Fingal’s cave” – una grotta a Staffa -, vicino Iona.

Questo ci dà un’idea della solitudine mistica e spirituale di quest’isola, che lo stesso Columba definisce la “fine del mondo”. Per raggiungerla ci vogliono due ore di treno da Glasgow fino a Oban, ¾ d’ora di traghetto per Mull, un’ora e mezzo di autobus ai piedi di vallate dai panorami mozzafiato e ruscelli d’argento che carambolano dalle cime di monti, a Fionnphort e infine un ultimo piccolo traghetto che in 15 minuti approda ad Iona. Eppure molti sono i turisti che la visitano.
Parlando di Scozia, la mente corre al Loch Ness monster e ai suoi fiords.
Ma la Scozia è soprattutto un bacio di Dio sulla terra. Tutto il creato è il grande tempio della bellezza dove Dio e uomo si incontrano per camminare insieme verso mete ultraterrene.
Il turista che la visita rimarrà affascinato dal suo fenomenale giuoco di luci e dalle sue colline, immerse in un’atmosfera quasi surreale. Quanti l’hanno resa grande attraverso i secoli si sono resi conto di questo fenomeno. Santo Columba (521-597), monaco irlandese, fondatore della nazione scozzese, straordinario operatore di cultura fu uno di loro. Egli fu uno studioso, principe di Aileach, nipote dell’allora Re Murtagh Mac Erc – diplomatico, monaco, Santo ed uomo eccezionale. Fu lui che vi portò cultura e cristianesimo. Durante i suoi 34 anni di attività, egli la costellò di chiese, monasteri, scuole, scriptoria, centri di sapere classico. Egli operò per la Scozia quanto S. Patrizio aveva fatto per l’Irlanda, scrisse un anonimo osservatore. Columba fu “un pozzo di scienza in tutti i settori e profondo conoscitore di tutte le leggi”. E Liam Chambers aggiunse in “Caledonia”: “Il suo nome rimarrà nel cuore di tutti come benefattore disinteressato della Scozia”. Lui è venuto non a distruggere ma a salvare, non a conquistare ma a civilizzare.
Columba fondò un centro di cristianesimo molto importante per allora nella piccola isola di Iona sulla costa occidentale della Scozia – un’isola selvaggia delle Ebridi Interne, trasformata in poco tempo in un giardino dai suoi monaci –, divenuto nel 1938 l’International Iona Community Peace Centre – Centro Internazionale di pace -, voluto da Lord George Macleod of Fuinary. Oggi è un punto d’incontro tra politica e cristianità, in memoria di un uomo che ha tanto lavorato per pace e giustizia.
Nel 2017, dopo oltre 65 anni di studi, esperti dell’Università di Glasgow, hanno scoperto che un tale uomo è veramente esistito. Le loro analisi sono supportate da tecniche modernissime, il carbon level 14, un isotopo radioattivo utilizzato per scoprire l’età di un oggetto di materia organica. E’ stata la scoperta del secolo. Ken Macdonald, corrispondente per la BBC dalla Scozia, annunziandone la notizia al mondo, nel 2017, disse: “E’ fantastico. “No ci sono più dubbi. Possiamo provarlo scientificamente ed è accaduto proprio qui”.
Chi si reca in Scozia, non potrà fare a meno di visitare Loch Ness alla ricerca del suo mostro, di cui se ne parla da secoli. Ben pochi sanno però che 1,500 anni fà, uno dei primi a menzionarlo fu S. Columba.
Secondo la storia o la leggenda Columba si trovava durante uno dei suoi tanti viaggi nell’entroterra scozzese, alla foce di un fiume che riforniva d’abbondante acqua fresca un grande Loch – e nella Scozia se ne trovano oltre 30.000 dove praticare sport acquatici o passeggiare lungo le loro rive per osservarne la fauna selvatica o pescare -. Alcuni amici confabulavano tra loro. Avvicinatosi, Columba venne informato che un grosso mostro acquatico, “aquatilis bestia”, aveva attaccato selvaggemente un loro amico, azzannandolo più volte e sballottandolo tra le onde come un fuscello al vento. Li ascoltò con attenzione e poi chiese al più bravo di andare a prelevare un’imbarcazione ormeggiata dall’altra parte. L’uomo acconsentì. Una volta in mezzo al loch, la bestiaccia riapparve dalle profondità dell’acqua, con paurosi grugniti tra cavalloni d’acqua che si issavano sulla superficie. Poi si diresse verso la vittima, pregustando il secondo boccone preferito del giorno. Lo stava per azzannare quando Columba fece un passo avanti, alzò la mano in segno di croce, comandandogli di inabissarsi nel buio profondo del loch.
La “Vita di S. Columba”, scritta nel 685 circa, da Adomnán due secoli dopo la morte del Santo, racconta questo fatto.
Adomnán scrisse anche ed ebbe promulgata nel 677 la “Lex innocentium”, che proibiva ogni tipo di violenza, soprattutto il rapimento e l’uccisione di donne e bambini in zone e tempi di guerra, 13 secoli prima che le Nazioni Unite si pronunziassero su tale problema, cosa, ahimè, inascoltata ancora oggi.
Columba raggiunse la Scozia nel 563, dopo aver fondato circa 30 centri culturali e religiosi in Irlanda. Ma il suo nome è rimasto legato alla Scozia perché ad Iona nacque una Communitas Celtica, che potrebbe rinnovare l’Europa di oggi, promuovendo pace, riconciliazione, solidarietà, prosperità e dialogo tra civiltà. S. Bede, famoso storiografo inglese, ne salutò l’arrivo, scrivendo: „Un grande prete ed abate, un monaco, chiamato Columba, è arrivato in Bretagna dall’Irlanda per predicare la parola di Dio”. Ad Iona ebbe inizio anche la compilazione del “Libro di Kells”, portato in Irlanda a Kells nell’807 per sottrarlo alle razzie vikinghe, all’ordine del giorno in quei tempi.
Tanti monaci irlandesi lo hanno coadiuvato nella sua missione.

St. Cuthbert, che evangelizzò il Nord-Inghilterra quasi un secolo dopo l’attività di S. Columba, rivive ancora oggi a Edinburgo nella St. Cuthbert Coop dove l’indimenticabile 007, Sean Connery, scomparso da poco, lavorò da giovane, portando latte di porta in porta.
Santo Columba è venerato in Irlanda, Scozia, USA e Canada.
Dell’importanza del suo operato e di quello dei suoi monaci, si può leggere di più nel libro di Enzo Farinella: Under the Sky of the ‘Fair’ Islands – Irish Pilgrims in Britain and Europe, pubblicato il 9 giugno 2020, festa di Santo Columba, Apostolo della Scozia.
Il confronto con quanti hanno contribuito a trasformare l’Europa medievale, potrebbe dare un’anima alla nostra Casa Comune Europea.
„L’apertura straordinaria di appartenenza” di questi viaggiatori intrepidi, orgogliosi di poter dire: Europa patria nostra, è „quanto traspare dal libro”, scrive Thomas O’Loughlin dell’Università di Nottingham nel suo prologo. „Se si riesce a carpire questo senso e, più importante, se lo si condivide”, si potrà diventare parte di quei tempi lontani”.
Ciò che induce ad immergersi in una trasposizione culturale è la trascendenza, cioè il non accontentarsi mai di scoprire e di scoprirsi fagocitato dalla conoscenza. Enzo, conosciuto personalmente per essersi reso promotore nel 2003, del rinnovo del gemellaggio tra Bronte, quale antica ducea dei Nelson, e Drogheda, ha questa peculiarità: trasmette passione nella ricerca della memoria storia. E’ piacevole “ritrovarsi” nei suoi scritti perché ti collocano come attore e non come semplice lettore,
Un piccolo riassunto, molto interessante. Sicuramente Tema Universitario per la facoltà di Teologia.