Segnalazione di Marijana Rebic Segreteria Generale Fijet
Speciale www.vipjetbonelli.com ne dava l’annuncio prima dell’inaugurazione
La Croazia avrà presto il suo ponte più lungo. È stato infatti posto l’ultimo dei 167 massicci segmenti del ponte di Pelješac, in Dalmazia, che, a struttura completata, sarà con la sua estensione di 2.404 metri più grande singolo investimento infrastrutturale nella storia del Paese.l
Come riportato da Ansamed, il ponte, che sarà aperto al traffico tra un anno, collega il sud della Dalmazia con la penisola di Pelješac e in questo modo connetterà Dubrovnik (nella foto) alla rete autostradale nazionale, evitando di passare per la piccola tratta di territorio bosniaco a Neum.
Le idee e i piani per la realizzazione di questo progetto esistono da almeno vent’anni, ma i tentativi di avviare i lavori sono stati molte volte fermati a causa degli altissimi costi. Solo dopo l’adesione della Croazia all’Unione europea, cinque anni fa, si è potuto pensare di accelerare i progetti grazie al supporto dei fondi comunitari.
Inoltre, il ponte dovrebbe far parte dell’autostrada adriatico-ionica, che partendo da Trieste attraverserà l’intera costa dell’Adriatico orientale per giungere in Grecia.
Il ponte unisce fisicamente il territorio nazionale e la regione di Dubrovnik cessa di essere slegata territorialmente dal resto del Paese. Il valore dell’intero investimento è di 400 milioni di euro, dei quali 357 sono direttamente finanziati dalla Commissione europea.
Aggiornamento del Luglio 2022
E’ un ponte lungo oltre 2 km, collega la penisola di Sabioncello, estremo meridione della Croazia, con il resto del Paese. Un’opera attesa da tempo, il ponte di Peljesac, come lo chiamano i croati. E’ una delle infrastrutture più importanti realizzate negli ultimi anni in tutta la regione balcanica. Il ponte passa sopra un pezzo di territorio bosniaco, rende quindi il transito tra Dubrovnik e il resto del Paese più facile.
Il ponte è stato costruito dalla China Bridge and Road Corporation. E’ costato 525 milioni di euro, di cui 357 milioni di euro in sovvenzioni a fondo perduto dall’Unione Europea