
Pertanto, al di là del tono dialogico e “strapaesano”, complice e ammiccante, questo ricettario ha pieno diritto di far parte della mappa di riferimenti identitari che aiutano una comunità a orientarsi nel percorrere il difficile sentiero che porta dal passato al presente.
Un libro che la Gelsorosso ha assaporato, gustato ed inserito nel proprio catalogo, perchè tra l’emblema del ragù (di cui signorile è noto nonchè devoto cultore) e la pianta che rappresenta la nostra editrice c’è una stretta parentela non solo dal punto di vista cromatico. Allora Vito, aggiungi un posto a tavola, ma – mi raccomando – un posto per ognuno dei baresi, cui auguriamo buon appetito e buona memoria. Lino Angiuli