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Egitto… il sogno che si avvera
di Vera Trassari e
Patrizia Trassari del Centro Internazionale della Stampa turistica con diffuusione nel nedia www.vipjetboneli.com e nel facebook https://m.facebook.com/vipjetbonellicistfijetitalia
Un ritorno a ritroso nel tempo, quando, ancora studenti, si divorava la conoscenza di quel mondo misterioso, di quel popolo con immenso sapere. Inizia l’avventura… il passaporto vidimato… ed è la conferma della nostra presenza sul suolo egiziano… inizia a pulsare velocemente il sangue in balia delle emozioni che iniziano a manifestarsi.
La prima immagine che si forma nella mente è il Nilo, ti rendi conto dell’importanza, dell’essenza di questo fiume e la vita degli antichi Egizi che è scorsa nel corso dei secoli. Il Cairo… metropoli caotica, un traffico urbano disorientante, un continuo vivere diurno e notturno e poi la visione di una realtà che non si è abituati a vedere, che non ti appartiene… il degrado, la povertà, la consapevolezza di una “normalità” ormai radicata nel loro DNA.
La prima tappa… le Piramidi di Giza, la maestosità, il potere, il deserto, mille domande cui non sempre è possibile dare una risposta, il mistero che racchiudono, tra loro emerge la Sfinge, supervisore e controllore del territorio, avvolta dalla sua maestosa e misteriosa perfezione.
Al Museo Nazionale Egizio, varcandone la soglia d’ingresso si viene “fagocitati” e rapiti da quella Civiltà, dalla loro cultura, progettazione, arredi realizzati, sculture… si respira in ogni dove, in ogni angolo dei locali … si può toccare la storia… per poi fermarsi nella sala “riservata” al giovane Faraone Tutankhamon… dove si resta senza parole e puoi solo ammirare la bellezza, la forza di cui sono espressione i manufatti esposti.
I templi: karnak, Luxor, Philas, Kom Ombo

ed il loro inconfondibile stile architettonico. Ricordiamo che nel Nuovo Regno i templi egizi avevano una doppia funzione: religiosa e funeraria. Nella prima categoria rientrano il complesso di Karnak, dedicato al dio Amon, e quello di Luxor,

costruito da Amenophi III (XVII dinastia) e ampliato da Ramsess II (XIX dinastia). Della seconda categoria, fanno parte invece i templi di Hatshepsut (XVIII dinastia)e di Ramsess II sulla sponda occidentale di Luxor.

Le maestose colonne che narrano episodi, gesta, eventi dei Faraoni… si può osare definirli, senza essere irriverenti, i quotidiani dell’epoca; i colori, ancora percettibili, che cercano di sopravvivere all’usura del tempo, e l’uomo qualunque, con la sua piccola dimensione, si muove, percorre le navate in rispettoso silenzio cercando di carpire quel vivere antico. La guida, con il suo dire, cattura l’attenzione e riesce a far traghettare in quel tempo le nostre menti fermandosi a descrivere dei particolari che altrimenti non sarebbero visti e compresi… tutto ha un suo senso… e niente è dato al caso… e poi naufragare dolcemente nella Valle dei Re, dove le varie tombe disorientano, unico rammarico visitabili solo tre delle sessantaquattro scoperte. Anche qui altre emozioni inondano la mente, per poi arrivare al Tempio di Hatchepsut, gioiello incastonato nella montagna, dove si avverte la grandezza, la potenza della Regina-Faraone che riuscì a governare il popolo egiziano.
Non da meno la crociera sul Nilo, che attraversa la nazione dividendo il territorio desertico da quello verde ricco di coltivazioni, paesaggi sempre diversi, quante storie potrebbe raccontare.. o forse le racconta attraverso lo sciabordio delle sue acque ma non è percepibile all’orecchio umano… unico segno lasciato il suo famoso Limo, un tempo fonte di ricchezza e fertilità per le colture agricole e soprattutto vitale in quella terra dove vi erano poche piogge. Il calendario egiziano era suddiviso in tre fasi, in base al ciclo alluvionale annuale: Akhet, la prima stagione dell’anno, periodo di alluvione tra giugno e settembre; Peret, il periodo di crescita e semina da ottobre a metà febbraio; Shemu, il periodo di raccolta tra metà febbraio e fine maggio. Anche se le inondazioni non si verificano più lungo il Nilo (nel 1970, la diga di Assuan è stata costruita in Egitto per aiutare a regolare le inondazioni del fiume), il ricordo di questa feconda benedizione è ancora oggi celebrato in Egitto, soprattutto come intrattenimento per i turisti. La celebrazione annuale, conosciuta come Wafaa El-Nil, inizia il 15 agosto e dura due settimane. Sempre in tema di crociera sul Nilo, quando si attracca a Luxor, in concomitanza col sorgere del sole, si assiste all’innalzarsi nel cielo azzurro di molte mongolfiere, i cui colori si amalgamano con quelli della natura, mentre sulle acque del fiume fanno da corredo le piccole imbarcazioni a vela quasi a creare una danza dal loro incontro.
Ovviamente non è possibile descrivere, in poche tappe, millenni di storia di un popolo che ha lasciato, con la sua civiltà, una sua impronta, il suo codice genetico ancora non del tutto esplorato, mentre noi parliamo altre scoperte, quasi quotidianamente, vengono consegnate al mondo, quale Patrimonio dell’Umanità.