Appunti di viaggio-Egitto 2022 di
Rodolfo Margheritino Consigliere del Centro Internazionale della Stampa turistica con diffuusione nel media www.vipjetboneli.com
nel facebook https://m.facebook.com/vipjetbonellicistfijetitalia e alle nazioni confederate della Fijet
E’ quasi passato un mese dal nostro ritorno dall’Egitto, dove si è tenuto il nostro congresso Fijet 2022, ma i ricordi, le immagini, i colori, i sapori sono ancora molti vividi dentro di me.
Il popolo egiziano mi è sempre apparso, quasi come portatore di una civiltà superiore, proveniente da un altro mondo.
Mentre gli altri popoli della Terra uscivano faticosamente dall’Età della Pietra, nella terra del Nilo, in pochi secoli, si è sviluppata un’affascinate civiltà che ci ha lasciato opere fantastiche e meravigliose sia sulla superficie che nel sottosuolo del loro territorio.
Secondo la felice espressione di Erodoto, l’Egitto è un dono del Nilo. Ed è vero!! Poi se diamo una sguardo alla cartina l’Egitto rassomiglia quasi ad una pianta di loto di cui la valle del Nilo è lo stelo, il delta è il fiore e la depressione del Faiyum un bocciolo.
Ed è proprio in questo meraviglioso scenario che i nostri piedi sono riusciti a posarsi su quella sabbia scintillante per osservare ed ammirare da vicino le Piramidi, la Sfinge -vedi foto copertina -ed alcuni loro grandiosi monumenti mentre, scendendo nel suo sottosuolo, siamo entrati dentro tre tombe della Valle dei Re.
L’eterna dimora dei faraoni che, purtroppo, sono stati spesso disturbati nel loro sonno, dai sistematici saccheggi per asportarne il prezioso corredo funebre.
Solo Tutankhamon è riuscito a mantenere sigillata la sua tomba fino a quando Howard Carter, nel 1922, ha scoperto l’ingresso della sua tomba.
Purtroppo per Noi, anche se eravamo vicinissimi alla sua tomba, la KV 62, non ci è stato possibile scendere dentro la tomba del grande TutanKhamon perché non era previsto nel nostro programma.
Comunque le tombe che abbiamo visitato, come ad esempio per la “KV 47 Siptah” è stato un affascinante ed incantevole viaggio indietro nel tempo.
Scendendo lungo un corridoio si penetrava nella roccia ove ci si ritrovava immersi in un cunicolo, con nicchie lungo i due lati, dalle pareti con bassorilievi colorati con scene del repertorio funebre e soffitti decorati, avvolte, anche con cieli trapuntati di stelle, tutto così fino ad arrivare alla stanza del sarcofago.
Splendido riuscire ad ammirare, ancora ora, dopo cinque mila anni, quelle immagini e quei colori originali che impreziosivano le loro tombe. Era come vivere, per un attimo, in un’atmosfera sospesa nel tempo.
Come non si può scordare il complesso funerario di Hatshepsut, la regina che, quando il futuro re Thutmosi III era ancora bambino, da matrigna dello stesso bambino, assunse la carica di reggente e poi successivamente di Regina ed infine di Faraone.
Il suo Tempio, dagli antichi fu chiamato Djeser Djeseru, ”più splendido degli splendidi” infatti è un esempio unico nell’architettura egizia. Si articola in una serie di vaste terrazze su tre piani che per mezzo di rampe ascendono al santuario.
E poi Ramesse II “il Grande” il suo regno è durato ben 65 anni, ha avuto 8 mogli (fra cui Nefertari, la più amata) e più di cento figli. Come non ricordare, a tal proposito, il tempio di Luxor che è unito al tempio di Karnak da un lungo viale di un chilometro e duecento metri fiancheggiato da sfingi a testa umana.
Siamo arrivati a Luxor nel pomeriggio con il sole che illuminava la facciata del tempio con quattro statue in granito rosa e la cima del pilone alto 25 metri (Obelisco di Ramesse II), ornato da bassorilievi che illustravano scene delle campagne militari del faraone con gli Ittiti.
Tutto il percorso interno è un affascinante viaggio fra colonnate decorate e grandi statue purtroppo, su alcune di dette colonne, si rilevavano i colpi sparati con dei mitra per danneggiare e rovinare tali monumenti.
Siamo usciti, da questo tempio di Amon-Ra, che era già sera e le luci, che illuminavano e rischiaravano la facciata, creavano una visione ed un’atmosfera bellissima e diversa da come l’avevamo ammirato quando siamo arrivati.
Il programma poi, la sera, è proseguito andando ad assistere allo
spettacolo di luci e suoni al tempio di Karnak.
Il Cairo, il cui nome significa “La Vittoriosa” è tagliata in due dal Nilo che vi penetra giungendo da sud. E’ una città anzi è una mega metropoli soffocata dal caotico e rumoroso traffico.
Qualcuno ci ha detto che conta circa 25 milioni di abitanti, considerando anche l’area metropolitana, e che pertanto è la città più popolosa del mondo arabo.
Una città dai forti contrasti, fra la zona centrale pulita ed ordinata e la periferia molto degradata, sporca e con abitazioni spesso molto fatiscenti.
Purtroppo la nostra visita al Museo Egizio ed al Museo Nazionale Egiziano della Civilizzazione al Cairo è risultata molto frettolosa, per il poco tempo messoci a disposizione dal programma giornaliero.
Non si è quindi potuto apprezzare ed ammirare tutto il patrimonio immenso e grandioso che essi contenevano.
I giorni e le ore del soggiorno in Egitto sono volati velocemente e quindi, è presto arrivato, il momento di rientrare.
Dopo i saluti e la promessa di rivederci al prossimo congresso è doveroso da parte mia ringraziare la Fijet per avermi dato il piacere di essere presente al Congresso e poi la gioia di potere ammirare tutte quelle bellezze che sono riuscito a vedere in Egitto. Un grande regalo!!!
Ritrovarmi per la prima volta in Egitto è stato fantastico e quindi, poi, ci si dimentica immediatamente di alcuni disservizi organizzativi che si sono verificati durante il soggiorno.
Probabilmente un’attenzione maggiore da parte dell’organizzazione sulle necessità degli ospiti e sui voli interni previsti per i congressisti avrebbe evitato lunghe soste in aeroporto e orari notturni di arrivo ad Aswan.
Sicuramente sarebbe molto bello potere ritornare, un’altra volta, in questo magnifico luogo, pieno di storia e magico.
Auspichiamo una prossima visita più approfondita del patrimonio culturale dell’Egitto occasione importante per intenditori
Il nuovo Museo del Cairo, poi, meriterebbe di essere visitato con molta più calma ed in più giorni.
Articolo affascinante, mai tedioso, allettante e preciso nello stesso tempo. Descrizione colorita e colorata del tour dell’Egitto. L’articolo fa venire voglia di volare subito in Egitto. Complimenti al Dott. Margheritino.