FIJET CONGRESSO EGITTO. “EGITTO FAVOLA SENZA TEMPO” di Rosario Fichera consigliere Cist Fijet Italia

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Di  Rosario Fichera  Consigliere del  Centro Internazionale della Stampa turistica e di Isabella Fichera

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Egitto favola senza tempo

Sulle sponde del grande fiume che inondava e rendeva fertile il terreno, altrimenti arido e desertico, si sviluppò a partire dal 3500 a.C. circa, per quasi 4000 anni, una fiorente civiltà che ancora oggi ci stupisce e affascina per ciò che ci ha lasciato. L’antico popolo trovò le condizioni ideali per dare inizio ad una grande civiltà, che tanto avrebbe dato alla conoscenza del genere umano. Erodoto definì l’Egitto “un dono del Nilo”.

La struttura più ricca al mondo di reperti di questa grande civiltà è il Museo Egizio del Cairo, costruito nel 1902 e che oggi sta per essere sostituito da più moderni musei in grado di ospitare e valorizzare al meglio la grande quantità di ritrovamenti quali, papiri, manoscritti, oggetti di uso comune e regale, ma anche statue di ogni dimensione e materiale, che vanno da quelle colossali di granito e marmo che ritraggono faraoni e divinità, alle più modeste, ma non meno belle, statue di terracotta e legno che ritraggono gente comune.

La preziosa raccolta di Tout-Ank-Amon è il reperto più famoso ed importante del Museo, conosciuti da tutti sono la maschera e il sarcofago di 1170 kg d’oro massiccio, decorati finemente con smalti e pietre.

Giza

La prima cosa, che chiunque vada in Egitto, si reca a vedere, è la piana di Giza. Le tre piramidi che qui sorgono sono le più grandi d’Egitto e solo quando ci si trova ai loro piedi ci si accorge della loro imponente maestosità, che doveva suggellare la preminenza del Faraone sovrano assoluto in terra ed elemento di congiunzione con le divinità.

Ancora oggi agli occhi del visitatore appare uno degli spettacoli più belli che la mano dell’uomo abbia potuto concepire: contro il cielo si scagliano Cheope, Chefren e Micenino, accanto a quest’ultima, le tre piccole piramidi delle regine.

Un vecchio detto egiziano dice “Tutto il mondo teme il tempo, ma il tempo teme le Piramidi”.

A 350 metri dalla piramide di Cheope si erge la sfinge un grande leone dal volto umano, che sembrerebbe avere le sembianze di Chefren e sta a guardia della propria tomba.

Purtroppo per i faraoni, questi colossali mausolei erano alla mercé di troppi malfattori, che attratti dai tesori con cui venivano sepolti i re, sistematicamente li depredavano e profanavano , mettendo a rischio la vita nell’aldilà del sovrano. I re quindi cercarono luoghi più sicuri e lontani, trovando la soluzione nella montagna alle spalle di Tebe, nella Valle dei re. Tra le rocce di un deserto arido fecero scavare le loro tombe, lunghi cunicoli decorati da fini pitture e bassorilievi commemorativi, che narrano la vita, le imprese e la vita oltre la morte del faraone.

Il Nilo

Il percorso tra Assuan e Luxor corre sulle navi lungo il Nilo, è una navigazione piacevole che attraversa un paesaggio che sembra appartenere ad altri tempi, i campi coltivati, le piantagioni, animali che pascolano liberi, feluche che

scivolano dolcemente sull’acqua con il loro carico di canne da zucchero o di foglie di palma, pescatori che lanciano e ritirano le reti con un antico gesto.

L’Isola e il tempio di File

Vicino ad Assuan in mezzo ad una suggestiva scenografia di rocce granitiche sorge, l’isola sacra, dominio della dea

Iside, drizza le sue colonne e pilastri verso il cielo, dando l’impressione di trovarsi in un paesaggio che esiste solo nella fantasia.

Dopo la costruzione della grande diga di Assuan, per salvare il tempio di File, lo si è dovuto smontare e trasportare sull’isola Egelika, a 150 mt più a nord dove è stato rimontato nello stesso identico modo.

Luxor e Karnak

Un altro complesso tra i più maestosi e stupefacenti, che l’antichità ci abbia donato, è quello di Luxor con i suoi cortili racchiusi da doppie file di imponenti colonne ornati con colossali statue e con capitelli a papiro chiuso, simboli del basso Egitto.

Luxor in origine erano unito a Karnak da un lungo viale ai cui lati si ergevano due fila di sfingi. Il tempo aveva cancellato questa strada, colmando lo spazio con case e palazzi. Negli ultimi due anni di chiusura le autorità competenti hanno concluso la ricostruzione del viale oggi interamente percorribile.

Karnak è il più grande complesso monumentale del mondo antico, in cui ogni Faraone e re ha lasciato la propria traccia apportando modifiche, talvolta sfruttando le preesistenti costruzioni, utilizzandone i materiali.

La visita di questi edifici sacri è un’esperienza unica ed irripetibile per le sensazioni che pervadano chi le ammira, da ogni pietra, colonna, statua si sprigiona una energia particolare che tende all’infinto e ripercorre al passato.

Purtroppo di questa grande popolo dell’antichità rimane poco delle fortezze, delle città e palazzi costruiti in mattoni crudi, che erano il vanto dei faraoni.

Mar Rosso

Lungo tutta la costa orientale e la penisola del Sinai occidentale, l’Egitto si affaccia su uno dei mari più belli e luminosi del mondo: il Mar Rosso. Lunghe spiagge dorate, mare cristallino e barriere coralline accolgono i turisti nel loro mondo variopinto di pesci e coralli coloratissimi. Speriamo che il turismo diventi sempre più consapevole e responsabile delle fragilità di questi sistemi e il turismo si sviluppi in modo sostenibile e rispettoso.

Rosario Fichera Isabella Fichera

 

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