di Alexander Mascal
Socia del Centro Internazionale della stampa turistica
Metti un giorno in cui hai impegni da mattina a sera e per di più è una giornata di quelle che definirla “giorni della merla” è solo ottimismo, perché il freddo raggela anche l’anima. Se poi non hai tempo per cucinare, hai il frigo vuoto, devi pranzare e poi di nuovo uscire e rimandi la spesa al tardo pomeriggio, quando finalmente riesci a prenderti cura di te stessa, ti metteresti le mani nei capelli, se non fosse che spiegazzeresti la capigliatura dopo essere appena uscita dal Salone di Acconciature, allora che fai? Ti viene in mente che ti hanno già da tempo consigliato un ottimo ristorante e giusto giusto riesci pure a parcheggiare dove solitamente nemmeno il tuo Angelo Custode personale riesce a trovarti un posto libero e davanti a te stanno parcheggiando diversi mezzi da cui scendono uomini con le giacche arancioni, tipiche di chi lavora alla manutenzione stradale o addetti alla raccolta dei cassonetti di carta, ramaglia, organico, ecc. e questo indica già uno di quei luoghi di ristoro dove si mangia bene e pure a un prezzo abbordabile! Il benvenuta è già sempre un biglietto da visita se ti fanno accomodare in un tavolo per quattro, anche se sei sola e il locale, piccolo, è già al limite. Il menù composto da primo, secondo con contorno e dolce, pur essendo fisso, lascia comunque una scelta tra altri piatti e io scelgo agnolotti con fonduta e asparagi. Carne cruda e bonet, il tipico dolce piemontese. Tutte le porzioni sono abbondanti. Acqua e caffè compresi, vino non saprei perché non bevendo ho dimenticato di chiedere se c’è un bicchiere o a parte la bottiglia e non ero li con l’intenzione di, poi, scrivere qualcosa. Ma, come si dice, la “ciliegina sulla torta”, è la gentilezza di chi mi serve al tavolo e anche di quella atmosfera quasi famigliare per l’accoglienza, anche degli altri commensali, perché dal gruppo di lavoratori seduti davanti a me, uno di loro si gira chiedendomi le mie impressioni sul Festival di Sanremo. Capisco che è solo un gesto gentile, da uomo di altri tempi, quando c’era più rispetto, gentilezza ed educazione verso le donne, perché vedendomi sola pensava che mi sentissi a disagio, non sapendo che il mio lavoro di giornalista mi fa vivere, viaggiare, pranzare, sia da sola che in compagnia di colleghi o in mezzo alla gente e ovviamente lo ringrazio.
Dire tutto buono è poco, a parere mio e tutto buonissimo, tanto che non ho difficoltà a consigliarvelo, segnalandolo nel mio Facebook, ma prima ringraziando Giorgio Cavallo che mi ha dato l’indirizzo e il consiglio e di cui trovate altri consigli e stupendi documentari dei suoi viaggi di giramondo, ma mi raccomando, non perdetevi anche il mio monologo “La vera storia della masca Paroda di Sommariva”, stupendamente recitata dalla carissima amica Lucia Vita, nota attrice di teatro, cinema, e con “appunto”, le riprese filmate di Giorgio Cavallo, nel mio e nel suo spazio di Facebook!
Si, vi sento chiedermi: “Ma dov’è?”, quasi – quasi sadicamente non ve lo direi, ma non voglio perdermi l’occasione di avere il vostro applauso con il “mi piace” e quindi… eccolo: La Canasta, Corso Volta 77 – tel.0141271730.ASTI. A mezzogiorno dalle 12 alle 15, da lunedì a venerdì. La sera, chiuso il mercoledì. E il prezzo? Euro 13,50. Io ci tornerò e… vi aspetto!